COMUNICATO STAMPA
Manifestazione internazionale contro la violazione dei diritti umani in Côte d’Ivoire
(Costa d'Avorio) e per il rilascio di Laurent Gbagbo
Venerdì 16 Novembre – Sit-in Piazza della Rotonda ( Pantheon) - ROMA, ITALIA ore 11-14
Papa Benedetto XVI riceverà l'attuale Presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara al Vaticano Venerdì, 16 novembre. Ouattara sarà anche ricevuto dal primo ministro italiano Mario Monti e il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano il 17 novembre.
Il Fronte popolare ivoriano (FPI) e il movimento di resistenza ivoriano, composto da numerose ONG, terrà una manifestazione a Roma per protestare contro l’arresto e la detenzione del deposto presidente ivoriano Laurent Gbagbo, detenuto e in attesa di giudizio alla Corte Penale Internazionale dell'Aia dal novembre 2011, mentre il presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara arriva nella capitale italiana per essere ricevuto dal pontefice e dal governo.
Dal aprile 2011 c’è un deterioramento della sicurezza e libertà politica in tutto il paese, mentre nella parte occidentale della Costa d'Avorio è in corso un genocidio che mira il gruppo etnico Wê.
Inseguito a delle elezioni contestate nel dicembre 2010 il Presidente Laurent Gbagbo ha chiesto il riconteggio dei voti. Al posto di questa via d’uscita pacifica dalla crisi postelettorale, segui quello che l'antropologo e politologo Michel Galy ha definito un colpo di stato franco-onusiano, e Alassane Ouattara ha prestato giuramento come nuovo Presidente, violando la Costituzione ivoriana. Oggi invece dei voti si contano i morti.
Diciannove mesi successivi al tumultuoso cambio di regime, la Commissione per il Dialogo, la Verità e la Riconciliazione, istituita dal Ouattara nel maggio 2011 per far luce sulla crisi post-elettorale (il periodo di quattro mesi che vide una doppia presidenza) non è stato fatto nessun passo concreto per poter effettivamente portare pace e sicurezza al popolo ivoriano.
Fino ad ora, la Costa d'Avorio non ha rispettato la scadenza del 12 novembre di impegnarsi volontariamente a inviare rapporti e aggiornamenti sulla situazione dei diritti umani, impegni richiesti a tutti i membri del Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Questa mancanza da parte del governo Ouattara significa che non c'è la volontà politica per monitorare efficacemente le violazioni dei diritti umani nel paese.
I rapporti giornalieri di esecuzioni sommarie ed extragiudiziali, arresti e detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, estorsione, saccheggio di proprietà pubblica e di proprietà privata di civili sono stati registrati da Human Rights Watch, Amnesty International e associazioni locali per i diritti umani.
Un sistema di racket, sostanzialmente effettuato dalle Forze repubblicane della Costa d'Avorio, (FRCI), l'esercito nazionale, sta indebolendo le strutture ufficiali della sicurezza dello Stato. La polizia è senza armi e dunque incapace di proteggere la popolazione. Un recente rapporto di Amnesty International denuncia una «situazione di illegalità», anche ad Abidjan, la capitale della Costa d’Avorio.
Il FPI ha detto in una dichiarazione aperta che, nonostante essi abbracciano la non-violenza, non sono ad oggi in grado di esercitare la loro funzione di partito di opposizione. Il 18 agosto 2012, il quartier generale della FPI è stato saccheggiato e il dottor Alphonse Douati, Vice Segretario Generale della FPI, è stato arrestato e imprigionato dal FRCI, l'esercito nazionale. Una settimana dopo, il 26 agosto 2012, il portavoce FPI Segretario generale Laurent Akoun ha subito la stessa sorte. Si uniscono ai più di 200 prigionieri politici in detenzione illegale. Ci sono molti luoghi di detenzione non riconosciuti. Alcuni sono stati detenuti per molti mesi negandogli contatto con le loro famiglie e l'accesso ad avvocati, secondo Amnesty International. Fonti indipendenti dicono che il numero dei detenuti politici è più di 1.000. Il partito è duramente messo alla prova con 23 Ministri e 6 ex ambasciatori in esilio, 4 Ministri in prigione, e altri due morti.
Il mese scorso al movimento popolare ivoriano giovanile (JFPI) è stato proibito di fare una manifestazione davanti alle chiesa catholica Notre Dame du Plateau ad Abidjan, nonostante l’accordo delle autorità della chiesa. Il sit-in era volto alla denuncia di 400 rapimenti, 360-380 arresti e 4 persone uccise nella sola capitale. Mahan Gahe Bazile, Presidente di una dei confederazione sindacali del paese non è stato rilasciato dal carcere nonostante le ripetute richieste della Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC).
La libertà di stampa è anche sofferente. Fino ad oggi, almeno 26 giornalisti sono fuggiti in esilio e non si sentono liberi di tornare a causa della mancanza di sicurezza. La stampa di opposizione ha organizzato i cosiddetti «Journaux Presse Morte», «Giornate della Stampa Morta» per protestare contro le persistenti intimidazioni e arresti di giornalisti, così come il saccheggio e la sorveglianza militare dei loro uffici - uno dei quali è stato occupato per sei mesi da soldati.
Secondo i dati dell'UNHCR, attualmente ci sono ancora 40.000-80.000 sfollati interni (IDP) e 80.000 rifugiati al di fuori del paese.
Amnesty International dice: “Vi è la necessità di affrontare i bisogni continui dei diritti umani, l'assistenza e la protezione degli sfollati interni (IDP) in Costa d'Avorio in particolare nella parte occidentale del paese”. Gli attacchi dell’esercito FRCI all’interno dei campi IDP ha costretto molti sfollati ad abbandonare i campi per mancata protezione e a rifugiarsi nelle foreste. Fosse comuni sono state scoperte.
Le risorse naturali sono a rischio, come si evince da un recente rapporto del gruppo di esperti delle Nazioni Unite, che cita un economia di sfruttamento delle risorse insostenibile e non tassata.
I media Ivoriani locali e internazionali lamentano un black out e peggio ancora una manipolazione dell’informazioni sulla Costa d'Avorio, che calunnia e demonizza Laurent Gbagbo e i suoi sostenitori. Laurent Gbagbo è salito al potere nel 2000 e la prima legge che istituì garantiva l’assistenza sanitaria gratuita (AMU) per tutti i cittadini della Costa d'Avorio.
La sua visione democratica e socialista per lo sviluppo dell'Africa occidentale è stata screditata e la sua personalità è stata demonizzata dalla stampa e da agenzie della comunità internazionale. Due esempi flagranti della campagna di disinformazione : il quotidiano Le Monde è stato condannato dal tribunale francese per diffamazione nel 2006 quando ha scritto “Gbagbo e i suoi squadroni della morte”, un’accusa pesante che è risultata infondata; le Nazioni Unite dichiarano a febbraio 2011 che Gbagbo stava violando l’embargo sulle armi avendole acquisite dalla Bielorussia. La grave accusa infondata è stata poi ritirata dalle Nazioni Unite pochi giorni dopo.
I manifestanti che vengono a Roma vogliono portare attenzione sulla situazione insostenibile da quanto Ouattara è salito al potere nel mese di aprile 2011, così come la mancanza di sicurezza portata al paese dalla ribellione pro-Ouattara che di fatto dal 2002 divise la Costa d’Avorio a metà.
La situazione del popolo ivoriano deve essere affrontata con urgenza di fronte allo sgretolarsi della democrazia e la costruzione di uno stato nazionale. Anche se Ouattara farà lo sforzo di liberare qualche prigioniero politico in vista della sua visita ufficiale in Italia, alla luce della storia degli ultimi dieci anni, è una gran parte del partito politico FPI, i suoi simpatizzanti e il suo leader Laurent Gbagbo che devono essere liberati. Invece Alassane Ouattara e Guillaume Soro, l’attuale presidente dell'Assemblea nazionale- responsabile della morte di migliaia di civili, tra cui il massacro di Duékoué, dove il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha confermato l'uccisione di 800 civili in un solo giorno, il 29 marzo 2011-dovranno essere mandati alla Corte Penale internazionale dell'Aia.
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